19/04/11

Belive it or not: Sui corsari redivivi

Sui corsari redivivi:
Un altro pezzo di storia militare italiana emerge dai fondali  dimenticati del  nostro passato recente.
Dopo appena due settimane dall’inizio della missione di recupero, il relitto sommerso dello storico caccia torpediere Vivaldi  è già stato localizzato, e le prime immagini riprese del sommergibile sono state trasmesse alla base.
Obiettivo del museo di storia marina è far luce sulle ultime ore di attività della nave, risalenti ai concitati e tragici giorni che seguirono la notizia dell’armistizio italiano, l’otto settembre 1943.
La missione dichiarata del Vivaldi, in stanza al porto di Civitavecchia, era imbarcare re Vittorio in Sardegna e portarlo al sicuro. Annullata la missione, la nave venne localizzata dai tedeschi e attaccata. Buona parte di militari riuscirono a mettersi in salvo, solo il comandante di seconda Allessandro Cavriani il capo macchine Virginio Fasan, rimasero sul relitto, per affrettare l’affondamento ed evitare così che cadesse in mani nemiche. Le testimonianze raccontano come, nella migliore tradizione navale, i due ufficiali, in piedi sull’attenti, si siano lasciati inghiottire dalle acque del mare [..]

Partendo da questo incipit, potevamo allacciarci alle tragiche notizie degli ultimi giorni, di altre navi inabissate, il cui carico umano, ben più numeroso e indifeso, ha visto annientare ogni speranza  dalla forza di quello stesso mare imprevedibile.
Oppure, con  piglio più polemico e strumentale, potevamo usare l’immagine della nave che affonda, come metafora di una realtà nostrana (politica, culturale, istituzionale, fate voi), che lentamente ed inesorabilmente si trascina verso il fondo. Per celare i segreti che una stiva chiusa a doppio mandato protegge, la falla aperta sta imbarcando sempre più acqua, e nell’augurarsi un quanto più rapido inabissamento, avvertiamo troppo tardi quell’acqua al ginocchio che ci rende coinvolti nell’evento.

Ma siccome non siamo particolarmente capaci, a noi di’ Believe it or  not’ ci è più facile prendercela con i capitani di oggi, che al contrario di quel Cavriani, che aveva due cocones così, non vanno più a picco con la loro nave.
I capitani merdosi ce la fanno sempre, in certi casi qualche disperato prende il loro posto e la loro colpa, oppure  hanno uno scafo di 12 metri,  legato a poppa (!), che gli aspetta pronto a metterli in salvo da tutti i pericoli. In ogni caso la loro furba presenza si trascina,  ancora una volta, al largo delle loro responsabilità . 
Questi capitani sembrano irraggiungibili, inattaccabili, meglio di qualsiasi Long John Silver riescono a sviare gli assalti dei gendarmi, e tenere sempre al sicuro il loro pezzo di isola del tesoro. Contro i pirati dei 7 mari non resta che sperare in uno tsunami benigno, che arrivi e colpisca  soltanto questi esemplari prescindibili di umanità manifesta.

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