Alzi la mano chi non ha mai visto dei graffiti. E alzi la mano chi pensa che graffiti, murales, writing e street art siano tutti sinonimi. In effetti l'errore non è riconosciuto da molti, tanto più che in alcune enciclopedie d'arte si continua ad identificare Keith Haring e Jean Michel Basquiat come gli iniziatori del graffitismo, cioè della pittura su muro. In questa sede cercherò di chiarire i dubbi relativi a questo mondo così poco conosciuto che può essere definito come Arte Urbana.
Il writing puro e crudo nasce negli anni 70, quando nelle periferie desolate e desolanti delle metropoli americane - tra tutte il Bronx e Harlem - si assiste allo sviluppo di tags, ossia di firme elaboratissime ed incomprensibili realizzate sui muri delle case. Ho voluto precisare il luogo di sviluppo di questa nuova pratica artistica perché il writing nasce come esigenza, da parte dei giovani residenti in queste aree periferiche, di urlare il proprio diritto di appartenenza ad un microterritorio, un diritto che dev'essere rispettato da tutti e a maggior ragione dalle crew rivali. Il primo a realizzare una firma degna di nota poiché elaborata nel cosiddetto bubble style (lettere gonfie definite dal contorno nero) è Phase II, afro-americano del Bronx che ha dato vita a quello che per l'appunto viene definito writing.
Phase 2 - Train Bombing, New York |
Come diceva Jean Baudrillard, le tags erano diventate importanti proprio per la loro indeterminatezza di senso, cioè per il loro essere significati solo di se stessi e senza rimandi esterni, esattamente il contrario di ciò che si può dire invece della wall painting. Sia Keith Haring sia Jean Michel Basquiat, nonostante un periodo iniziale in cui quest'ultimo girava con Al Diaz per le strade di New York firmandosi SAMO©, possono essere inclusi nell'ambito della pittura su muro, diversa dal writing perché impegnata nel sociale. I suoi esponenti maggiori, che in Italia si individuano nelle figure attuali di Blu e Ericailcane, non sono interessati tanto alla firma quanto al messaggio di contestazione sociale intriso nei loro disegni.
In particolare, le opere di Blu sono chiari esempi di protesta in cui l'artista esprime il proprio dissenso nei confronti del consumismo o di altri temi scottanti dell'epoca attuale. Famoso non solo per lavori parietali, eseguiti in tutto il mondo e reperibili sul suo sito (facendosi così portavoce di un'arte democratica non fruibile solo attraverso le istituzioni museali o le gallerie), Blu ha realizzato magnifici video in cui rispecchia i lavori di wall painting aggiungendo anche particolari di chiara derivazione posthuman.
Blu, Milano |
Keith Haring, Pisa |
Per approfondire:
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